yhbvf“1482 Fuoco e Amore” è ambientata in un periodo importante e particolare allo stesso tempo, in quanto è un periodo di transizione tra un certo tipo di mentalità (Medioevo) e una nuova consapevolezza che si scopre nel Rinascimento. L’opera è ambientata a cavallo tra questi due periodi, e l’abilità del compositore è stata quella di riuscire a far filtrare questo aspetto dalle parole dei personaggi, rendendo  molto bene il concetto della transizione, dove idee vecchie si stanno via via sostituendo a idee nuove, dove concetti vecchi si scontrano con concetti nuovi; a guidarci nella storia troviamo Gringoire, il poeta, figura storicamente associata alla lotta per la libertà e contro l’ingiustizia. E’una sorta di narratore onnisciente, in alcuni passi sembra conoscere già come si concluderà la vicenda, e alterna quindi momenti di onniscienza a momenti di “vita” vera e propria come parte integrante nella storia. Questa doppia valenza è molto significativa; il poeta si schiera dalla parte degli zingari, emarginati, vittime dell’ingiustizia di una società troppo sicura di sé, e lotterà con loro. Un altro personaggio portavoce di secoli di idee è Frollo, arcidiacono della cattedrale di Notre-Dame. E’ portavoce di una Chiesa lacerata da anni di nepotismo, corruzione e concubinaggio, basti pensare che l’opera è ambientata un anno prima della morte di papa Sisto IV, Francesco delle Rovere, uno dei massimi esponenti di una Chiesa sempre meno spirituale e sempre più terrena.  Da un lato una situazione politica devastante, dall’altro, però, la consapevolezza di rappresentare un’istituzione vecchia 1400 anni, di fronte a dei fedeli stanchi di ingiustizie. La situazione degenererà storicamente fino agli esordi del 1500, quando Martin Lutero si farà portavoce dello sconforto generale nei confronti delle autorità ecclesiastiche. Ma noi siamo nel 1482, lontano da ogni tipo di ribellione, un periodo in cui la gente vede, ma ha paura di parlare, la Chiesa (come spesso nella storia) ricorreva al “regime di terrore“, con minacce e imposizioni al fine di mantenere fedeli le masse; così la Chiesa era rispettata  e temuta non per quello che era, ma per quello che rappresentava. Al di la di questa divagazione storica alla base delle idee, sta di fatto che la società era condizionata dalle idee clericali di conservazione  e di tradizione, che nel momento in cui a Parigi si presentano gli zingari guidati da Clopin, questi in loro vedono non solo delle persone inferiori, in quanto portati ovviamente a credere alla propria superiorità, ma soprattutto un pericolo per la religione. iuhygfNell’opera non c’è riferimento ad alcuna religione praticata da questi zingari, l’unico passo religioso è la preghiera di Esmeralda alla fine del I atto, dove invoca la protezione della Madonna, figura presente in molte religioni, ma la gitana rende una preghiera alla Madonna cristiana; è interessante questa preghiera, perché la zingara non prega una Madonna qualsiasi, ma proprio quella dei suoi persecutori, come a chiedere una spiegazione logica alle torture e al razzismo, a chiederlo proprio a Lei, che è pregata e rispettata da tutti i parigini. Frollo è un ecclesiastico, un uomo rigoroso alla morale cattolica, dedito agli studi, che si innamora; il fatto che un prete si innamorasse risultava strano anche all’epoca, in quanto l’amore come sentimento di coppia sia qualcosa che già allora era veramente vietato in ambito clericale; ciò che aveva preso ampiamente piede era il concubinaggio, il distrarsi dal punto di vista prettamente fisico, come passatempo terreno. Ma per Frollo Esmeralda non sembra essere un passatempo terreno; ne è innamorato, innamorato fisicamente, come se tutti i suoi desideri repressi nella rigorosità del seminario e dei libri, si scatenassero al momento dell’incontro con Esmeralda. Inizialmente la ragazza è epitetata come “strega”, comune insulto per chiunque risultasse poco conforme alla morale, siamo storicamente pochi decenni prima che venga istituito il tribunale della Santa Inquisizione, il Sant’Uffizio che con Bernardo Gui e i suoi successori portò morte e distruzione in nome della giustizia di Dio. Siamo quindi in un periodo dove la caccia alle streghe è aperta e chiunque non fosse legato alla pura cristianità in modi, gesti, professione ecc.. La società era ossessionata dalla ricerca dell’errore nell’altro, una ricerca che spesso distoglieva troppo l’attenzione a se stessi. Esmeralda è una zingara, una pagana, e il primo obiettivo dell’arcidiacono è quello di convertirla, ma presto si accorge che il suo amore è troppo lacerante, tanto che era inconciliabile con la sua fede e l’istituzione che rappresenta. Così si trova diviso tra l’amore e la fede. Ora, nella sua posizione, rinunciare alla carica per dedicarsi all’amore, soprattutto con ogni probabilità senza essere ricambiato, poteva creargli grossi problemi, soprattutto in un periodo dove la Chiesa ha bisogno di sentirsi solida, forte e indissolubile. Anche la soluzione di far finta di niente non poteva essere adottata in quanto questo amore profondo era veramente lacerante per lui, così l’unica soluzione che pensa di adottare sia quella di eliminare il problema all’origine, cioè di uccidere Esmeralda. Un altro personaggio dalla grandissima  e significativa profondità, è Quasimodo. Il campanaro di Notre-Dame, legato a Frollo da un attaccamento infantile che ha maturato in lunghi anni di prigionia nella torre della cattedrale, attaccamento che farebbe onore a tutte le teorie di Bowlby, in quanto lo lega al suo padrone un vero e proprio amore, nonostante lui non ricambi e lo usi solo come mezzo per i suoi scopi. E’ simbolo dell’esclusione, tema trattato nell’opera in ogni suo aspetto; si può essere infatti esclusi perché non ammessi nella società, in quanto ritenuti “diversi”, come per gli zingari guidati da Clopin, ma si può essere anche esclusi in casa propria, come nel caso di Quasimodo. Egli infatti, è brutto, gobbo, e per la sua diversità è escluso ed evitato. In realtà, oltre la deformità, Quasimodo ha un gran cuore, e sarà al fianco di coloro che sono ingiustamente perseguitati. cdfrtghbvIl tema della bellezza interiore, a volte nonostante quella esteriore, è sentito anche oggi, perché fermarsi a valutare qualcuno solo da come si presenta e da com’è esternamente, preclude una conoscenza della persona, che a volte si può dimostrare molto diversa. L’opera mette quindi sullo stesso piano questi tipi di esclusione, e denuncia la totale mancanza di solidarietà della società, ma non solo di quella quattrocentesca; l’Opera è immortale, e rimane viva proprio perché i suoi significati, al di là del contesto storico, possono essere ancora visibili nella comunità. Quante persone oggi sono nella condizione di Clopin e i suoi compagni, a dover lasciare le proprie terre e le proprie case a causa di guerre e persecuzioni, e arrivano, sbarcano sulle coste italiane. Quanti adolescenti o adulti si trovano “estranei” nella propria vita, in casa propria. I temi che “1482 Fuoco e Amore” presenta sono in primo luogo descrittivi del periodo storico analizzato, ma soprattutto sono universali, perché li ritroviamo in ogni società, in ogni tempo della storia dell’uomo. Altro personaggio che incontriamo è Febo, il capitano delle guardie, al servizio del suo padrone (la politica e il suo mestiere di soldato) ma soprattutto al servizio di Dio ( nella persona della Chiesa), quindi al servizio di Frollo. Si trova combattuto, tra la legge e gli ordini, ed il suo amore per Esmeralda, amore prettamente fisico. Parliamo di un’opera ambientata alla fine del ‘400, dove l’Umanesimo sta lasciando il passo al Rinascimento, ed entrambi questi periodi sono interessati dalla ripresa del classicismo, riletto in chiave personale. Vediamo così uno dei concetti più antichi ed interessanti, patrimonio della cultura letteraria latina, in quanto l’autore fa coesistere nell’opera il tema dell’amore così come teorizzato da Catullo: il “diligo”, l’amore filiale, quello che l’autore latino intendeva esserci tra i parenti (“a quel tempo t’amavo, non come la gente un’amante, ma come un padre ama i figli”, per citare un passo dalle Carme) e in questo aspetto dell’amore possiamo in qualche modo vedere appunto la “diligenza” di Quasimodo nei confronti di Frollo, poi l’”amare” , l’attrazione fisica, l’aspetto più concreto della relazione, tra Febo ed Eseralda, in quanto il capitano era interessato soltanto ad un rapporto fisico con la zingara, completamente disinteressato all’utima tipologia di amore catulliano: il “Bene Velle”, il voler bene, lo stare insieme profondo, che va al di là dell’aspetto fisico, quello che nasce da Quasimodo verso la gitana. Ultimo personaggio doveroso da analizzare è Fiordaliso, figlia di una borghesia emergente, ricca, promessa sposa, ma immersa però nella cultura della propria società: lei non si occuperà di politica, non pensa agli zingari come i suoi concittadini che non lo vogliono, sembra quasi che lei non sia toccata da questa cosa; ha infatti preoccupazioni molto più grandi! Febo, il suo promesso sposo, è innamorato di un’altra, e lei sarà disposta a perdonarlo, non può permettersi di perderlo, e per questo lo perdona ad un solo patto: Esmeralda deve morire!azxcvbhn L’autore del romanzo però, lascia una sua posizione personale, non dimentichiamoci infatti del periodo storico dove ci troviamo; il Rinascimento è caratterizzato da una nuova concezione dell’uomo, come attivo di fronte al mondo! Prende coscienza delle sue capacità, si ritiene capace, quando prima, nel Medioevo,  ogni iniziativa individuale era soppressa dall’imposizione clericale, unica istituzione in grado di interpretare la vera volontà divina. Invece ora l’uomo può permettersi di mettere sé stesso a confronto anche con i grandi classici del passato, a interpretare e dire la propria su temi complessi ed importanti; Hugo, conforme allo spirito del periodo, si pone criticamente di fronte a Catullo, dando il proprio parere, e dando importanza ad una delle 3 tipologie, quella del “bene velle” come la più importante; infatti sia Frollo sia Febo, guidati da un aspetto dell’amore sbagliato, secondo Hugo, non lo otterranno mai, mentre Quasimodo, guidato dal voler bene, sarà accanto fino alla fine ad Esmeralda, e anche dopo la morte di questa, lui sarà con lei e la seguirà! L’idea quindi che rimane, anche dagli ultimi versi , commoventi, di un Quasimodo disperato per amore che sta per morire per la sua amata, è che questo amore va oltre la vita, oltre l’esistenza in sé, è un amore che rimane per sempre!

 

Cassani Matteo (regia)

Luglio 2014