Come nasce “Un Sogno da favola!”?

Un sogno da favola!” nasce da un’idea del Gennaio 2019, dalla quale è scaturito uno dei progetti più ambiziosi che gli Operandisti Moderni abbiano mai fronteggiato. Dal 2013 siamo attivi nella promozione culturale del teatro musicale, ma questo sarà il primo spettacolo interamente suonato dal vivo, grazie al lavoro congiunto delle nostre squadre artistiche con il Corpo Musicale Santa Cecilia di Cuggiono.

La scelta di coinvolgere il Corpo Musicale per questo progetto è stata quasi scontata non solo per i lunghi anni di collaborazione che ci legano, ma anche e soprattutto per la condivisione di un’idea artistica sempre volta alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi spazi e nuove prospettive per la musica locale, oltre che la grande capacità del Direttore Mauro Berra e del suo collaboratore Martino Crespi. Insomma, non potevano esserci persone più adatte per questo ambizioso progetto!

La genesi di questo spettacolo è stata complessa: basandoci su un repertorio pre-esistente del Corpo Musicale, abbiamo strutturato un copione del tutto originale, grazie al lavoro congiunto con Daniela Ghislotti e Laura Abbati, che oltre a ricoprire il ruolo di assistenti alla regia, sono anche le due protagoniste dello spettacolo. Abbiamo lavorato ad un “collante” funzionale, che potesse unire tra loro brani apparentemente scollegati, mentre parallelamente i maestri lavoravano al ri-arrangiamento dei brani, inizialmente strumentali, con l’aggiunta delle voci e delle sezioni di archi.

Sicuramente un enorme lavoro artistico, ripagato da un risultato strabiliante.

Che cosa dobbiamo aspettarci da questo spettacolo?

Questo è uno spettacolo per tutti! Uno spettacolo dove la Disney fa da padrona. E proprio qui abbiamo incontrato le prime difficoltà in fase di pre-produzione, in quanto il rischio più grosso era cadere nel “banale” e nella riproduzione più o meno fedele di un archetipo originale. Quello che invece abbiamo voluto fare è ri-contestualizzare completamente tutto, e aprire un varco interpretativo completamente nuovo, intraprendendo la strada della ri-semantizzazione piuttosto che quella dell’adattamento: i personaggi e i celebri brani della Disney non sono infatti “adattati” per le necessità teatrali, ma sono piuttosto “ri-semantizzati”, andando ad attribuirgli un significato e un senso spesso completamente nuovo, e non in contrasto con gli “originali” bensì in una sorta di valore aggiunto, una sfumatura che finora non era mai stata messa in luce.

Lo spettacolo ruota intorno ad una donna in carriera, una regista arcigna e dispotica, che perdendosi nel lavoro si è dimenticata di vivere la propria vita. In seguito ad un incidente sul set, però, inizia un viaggio immaginario, dove sogno e realtà si mescolano tra loro, e inizia un percorso che la porterà a riscoprire se stessa, la porterà a crescere, senza dimenticare di essere bambina, accompagnata dalla fedele fata madrina.

La trama ruota quindi intorno a questo “percorso” di una donna “perduta” accompagnata da un mentore. Conoscendo il tuo amore per la letteratura, quanto c’è di Dante e Virgilio in questo spettacolo?

Sicuramente quando ho pensato a questa trama, il mio primo pensiero è andato all’eco dantesco della Divina Commedia, un lungo viaggio di “purificazione” alla fine del quale si è diversi da quando si è partiti. E al di là di tutto quello che la critica ha giustamente analizzato e detto sulla Commedia, credo che uno degli aspetti più belli sia la ricerca del senso profondo dentro al tutto; la ricerca di Dio, la ricerca del senso della vita, sono tematiche che attanagliano l’uomo da sempre e che ancora oggi non hanno risposta; ma il senso forse sta proprio in questo, nella ricerca assoluta e disperata di risposte che non si potranno mai avere! In questo spettacolo una persona che pensava di avere tutto dalla vita, si ritrova proiettata in un viaggio che le fa scoprire cosa significa veramente vivere.

Il tema del viaggio in questo spettaolo è permeante, ed è sì il viaggio di Dante e Virgilio, ma è anche quello di Enea negli Inferi, è quello di Lucio raccontato da Apuleio, è quello del Pinocchio di Collodi, quello di Omero oltre le colonne d’Ercole, è il viaggio di ognuno di noi!

Credo che il viaggio sia lo strumento più importante e più bello che l’essere umano possieda. Viaggiare è il miglior modo di conoscere. Ma non parlo solo di viaggio concreto, ma anche e soprattutto dei viaggi della fantasia, dei viaggi della propria mente, che sono quelli più difficili e complessi, perchè portano a conoscere se stessi.

Parliamo di organizzazione e logistica. Come avete affrontato la preparazione di questo spettacolo?

Anche questa è stata una sfida, sia per gli Operandisti Moderni che erano impegnati nella preparazione di uno grosso spettacolo che vedrà la luce nel 2020, sia per il Corpo Musicale che deve far fronte alla propria programmazione concertistica, ma con difficoltà e grande impegno entrambi i gruppi sono riusciti a ritagliare del tempo per questo progetto ambizioso.

Per quanto riguarda gli Operandisti Moderni, dopo la prima bozza del copione sono iniziati i lavori di costruzione delle scene, delle coreografie, delle scenografie, delle luci e dell’audio, e le squadre artistiche si sono messe al lavoro con grande impegno e determinazione. Altra difficoltà erano i tempi di preparazione molto stretti, perchè volevamo andare in scena nell’estate per non posticipare ulteriormente i lavori per la stagione 2020, ma nonostante la fretta, il risultato artistico non ne ha sofferto per niente, anzi. Devo ringraziare tutti i miei collaboratori e i responsabili dei vari settori che hanno coordinato al meglio il lavoro e il personale perchè i vari pezzi, preparat parallelamente, potessero combaciare al meglio. In particolare i lavori per le coreografie, create appositamente per l’occasione dal nostro team di costruzione coordinato da Alice Plebani (che è anche membro della nostra squadra cantanti), sono stati lunghi e impegnativi, amche perchè la fase di apprendimento è sempre quella più difficoltosa, ma nonostante i tempi stretti il nostro Corpo di Ballo ha risposto con entusiasmo e con la solita voglia di mettersi in gioco che lo contraddistingue.

Inizialmente lo spettacolo era pensato e strutturato per il cortile della Villa Annoni. Come mai la prima si è poi spostata in Oratorio?

Inizialmente questo spettacolo, a differenza degli altri che siamo soliti fare, è pensato per una location precisa, e luci e scene erano strutturate in funzione di questa. Poi in seguito ad alcuni problemi logistici abbiamo dovuto rinunciare ad una location così suggestiva, perchè purtroppo i tempi di allestimento coincidevano con altre attività della Villa, così abbiamo spostato lo spettacolo sull’Aia della Villa Annoni. Anche questa location però successivamente è stata cambiata in seguito ad alcune problematiche economiche emerse con l’Amministrazione Comunale. Chiaramente uno spettacolo come questo ha dei costi di realizzazione relativamente alti, perciò con l’avvicinarsi della data della prima, l’Amministrazione si è resa conto di avere alcune difficoltà nel coprirli. Inizialmente ci eravamo accordati per una copertura “a quattro mani” delle spese, perciò avevamo investito alcuni fondi della compagnia teatrale in questo progetto, che sommati al con il contributo comunale permettevano la copertura quasi totale delle spese e l’ingresso gratuito allo spettacolo. Successivamente però l’Amministrazione si è trovata in difficoltà economiche, e Operandisti Moderni non poteva investire maggiormente per coprire ulteriormente le spese, così abbiamo dovuto spostare l’evento presso l’Oratorio san Giovanni Bosco, dove un simbolico biglietto d’ingresso ci permette una agevole copertura delle spese.

Un evento, quello dell’8 giugno, all’insegna della collaborazione.

Esattamente, oltre al Corpo Musicale Santa Cecilia, avremo sul palco con noi alcuni membri della scuola di ballo “Sole e Luna”, oltre che l’appoggio del Comitato Genitori, e la collaborazione con l’Oratorio san Giovanni Bosco di Cuggiono che caratterizza tutta la nostra attività teatrale.

E in questa ottica è la mia prospettiva per il futuro, riuscire sempre di più a scavalcare i muri tra le Associazioni, e nel campo della cultura, ma auspico anche in tutti gli altri, unire le forze per risultati comuni che vanno al di là delle bandiere. Nel campo dove operiamo, la difficoltà più grande è coinvolgere il pubblico, trasmettere l’importanza e la passione di quello che facciamo; la difficoltà del coinvolgimento, in questi ultimi anni, è sempre più presente in tutti i settori del volontariato, e la collaborazione tra Associazioni è l’unica strada per fare qualcosa di bello ed importante.