di Davide Chiodini

 

 

 

 

 

 

Non solo le monarchie e i potentati hanno i loro sovrani, sempre posti in posizione privilegiata per il potere che rivestono e circondati da fama e ammirazione, persino un “regno” più modesto come quello del piccolo schermo può vantare di avere, o meglio, aver avuto almeno una regina: Raffaella Carrà, la quale lo scorso 5 luglio, dopo una lunga malattia, si è spenta, nel più assoluto riserbo, in una clinica romana dove da tempo era ricoverata.

Showgirl con la maiuscola, attrice, cantante, ballerina, conduttrice televisiva e radiofonica, autrice, ma soprattutto donna di spettacolo e, per lungo tempo, padrona indiscussa del varietà del sabato sera, ha incarnato lei stessa con corpo (come dimenticare il mitico caschetto biondo) e mente l’essenza delle tv italiana soprattutto del primo periodo, presenziando nei palinsesti Rai a partire dagli anni Sessanta e arrivando sino ai tempi più recenti vicini alla sua dipartita.

Donna poliedrica e dai molti volti televisivi, avvezza sin da bambina al palcoscenico, inizia la carriera nel mondo dello spettacolo a soli otto anni, recitando nel film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952) e comparendo anche in un piccolo ruolo nel film di Monicelli I compagni (1963). Ha avuto l’onore di conoscere e lavorare sul set con Frank Sinatra nel film Il colonnello Von Ryan e pare che il grande attore hollywoodiano abbia anche tentato di corteggiarla fuori dal set.

L’investimento maggiore della sua formazione artistica l’ha posto nel piccolo schermo, infatti si può affermare che non abbia mai smesso di “fare televisione”, nel senso di creare qualcosa di nuovo e di rivoluzionario, oltre che di farne parte da protagonista. Innanzitutto come showgirl ha inaugurato un nuovo modello basato su dinamismo e modernità, inoltre alcune sue invenzioni televisive sono diventate veri e propri fenomeni di costume: basti pensare, per citare qualche esempio, al famoso Tuca tuca ballato assieme ad Alberto Sordi nel celebre programma degli anni Settanta Canzonissima: un’esplosione di vitalità e sensualità, mai toccata fino ad allora e che quasi, in quel periodo in cui la televisione e ancor prima la società italiana non erano pronte a certe innovazioni, ha fatto gridare allo scandalo e alla censura, in un primo tempo messa in atto, in quanto il balletto venne giudicato troppo audace per quei tempi, per non parlare dell’ombelico scoperto durante una delle sue famose esibizioni, la prima ad esibirlo in televisione, sempre nel programma Canzonissima, assieme al conduttore Corrado. Non a caso nell’autunno del 2020 il quotidiano britannico The Guardian ha incoronato Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola «l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso».

Non meno innovativa e prolifica sul versante musicale, dal momento che, nel corso della sua carriera, come reso noto da lei stessa in un’intervista sul settimanale TV Sorrisi e Canzoni, ha venduto oltre 60 milioni di dischi e, durante una puntata di Domenica in condotta da Pippo Baudo in cui era ospite, ha dichiarato di possedere 22 dischi tra platino e oro. I suoi brani più famosi, alcuni dei quali colonne sonore di programmi a cui ha partecipato, sono stati sicuramente Ma che musica maestro!, Chissà se va, Rumore e Fiesta, con il quale si è aggiudicata una fetta considerevole del mercato latino e sudamericano. Con altri testi invece quali A far l’amore comincia tu (di cui è uscita nel 2014 una versione remixata con Bob Sinclair), oppure Tanti auguri (divenuto conosciuto da tutti per il ritornello Com’è bello far l’amore da Trieste in giù) ha nuovamente dato uno scossone culturale e lanciato un messaggio forte, all’indirizzo della libertà nei costumi, ancora non del tutto raggiunta sul finire degli anni Settanta, cantando l’amore libero e spensierato.

Nelle vesti di conduttrice ha segnato un’ulteriore svolta, in quanto dal 1983 al 1985 ha presentato su Rai 1 Pronto, Raffaella?, il primo programma della fascia del mezzogiorno della Rai, mettendosi in risalto non solo per le sue qualità di soubrette, ma anche di intrattenitrice e padrona di casa, capace di relazionarsi con uguale empatia sia agli ospiti illustri sia ai telespettatori che telefonavano per partecipare ai giochi del programma. Al centro della trasmissione vi era l’interazione con il pubblico in diretta attraverso vari giochi telefonici. Uno dei giochi-simbolo che hanno caratterizzato la trasmissione nell’immaginario collettivo del pubblico era il gioco dei fagioli, nel quale i telespettatori dovevano indovinare il numero esatto di fagioli presenti nel contenitore. La risposta di Rai 1 ottenne da subito un grosso successo di pubblico, raggiungendo in poco tempo risultati d’ascolto molto elevati con 4 milioni e 500mila spettatori di media e punte di 9 milioni di contatti.

Sempre nell’ottica dell’interazione con la gente comune, elevata a protagonista, eccola nella metà degli anni Novanta a condurre Carràmba! Che sorpresa, nel quale coinvolgeva in diretta gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati, architettati insieme con un complice, con persone care (parenti, amici), che non vedevano da molto tempo, oppure personaggi famosi.

Non va dimenticata, in tempi più recenti, la partecipazione come giudice al talent show The voice of Italy, dove insieme ad altri personaggi noti nel mondo della musica andava a caccia di talenti per scovare chi potesse rappresentare la voce italiana per eccellenza.

Se il regno di Elisabetta II è arrivato sino ad oggi (potrebbe dopo l’Europeo esserci un cambiamento improvviso) attraversando mezzo secolo di storia con inossidabile sangue freddo inglese, lo stesso vale per quello televisivo di Raffaella, anche se il suo è ormai giunto al termine. Lascia naturalmente un grande vuoto nel mondo dello spettacolo, così come hanno ricordato molti suoi colleghi e resta ancora un’ultima dichiarazione da fare: il popolo, televisivo, avrà una nuova regina, oppure nessuno potrà degnamente definirsi erede di cotanta grandezza?

Comunque sia, The show must go on! Allora grazie di tutto Raffaella e finalmente goditi il meritato riposo.